Parrocchia Santa Maria del Carmelo

Trieste - Gretta

san francesco d'assisi pastore e martire

  

_ __Ritiro di Avvento Sabato 2 dicembre 2023: in pagina il programma completo_ Mercatino di NATALE organizzato dalla S. Vincenzo di Gretta dal 28 novembre al 2 dicembre_Sul sito della Diocesi ci sono le varie informazioni. _Alla pagina OCDS ancora qualche spiegazione sul nostro affresco iconografico_Nella nostra parrocchia si possono trovare dei libri,tutti inerenti alla spiritualità carmelitana,che fanno bene alla nostra anima_
Camminare insieme


Il foglietto parrocchiale è a disposizione all'entrata della chiesa e qui 




Domenica 26 novembre 2023

"Le letture liturgiche della messa di Cristo Re hanno lo scopo non tanto di dirci che Gesù è re, ma di farci comprendere la natura inattesa e sconvolgente della sua regalità. Gesù è re, ma la sua regalità è diversa da quella del mondo."

Commento al Vangelo
Nella prima lettura Ezechiele (34,11-17), deluso dai pastori d'Israele (re, sacerdoti e maestri) che pensano a se stessi anziché al gregge, sogna un pastore diverso: un pastore che non «disperde», ma «raduna»; conduce al pascolo le sue pecore e le fa riposare; va in cerca della pecora smarrita e fascia quella ferita. Sono tutti tratti che ritroviamo nei Vangeli, applicati a Gesù. Il re Messia è un re per gli altri: la sua regalità è dono di sé e servizio, non dominio. Predilige i poveri e i deboli, non i forti. Ma è il passo evangelico (Mt 25,31-46) che maggiormente ci svela il lato più sorprendente della regalità di Gesù. La parabola del giudizio (Mt 25,31-36) è una pagina che si impone all'attenzione non solo per la forza del suo messaggio, ma anche per la suggestione della sua scenografia. Tre sono le sue parti: l'introduzione scenica che presenta la venuta gloriosa del Figlio dell'uomo, la convocazione dei popoli e la loro separazione (25,31-33); il dialogo del re distribuito in due dittici, prima con quelli di destra e poi con quelli di sinistra (25,34-45); infine la conclusione, che descrive l'esecuzione delle sentenze (25,46). La parte più ampia è riservata al duplice dialogo, e l'insistenza cade sulle opere di misericordia (l'accoglienza o il rifiuto dei bisognosi), che vengono enumerate quattro volte. Il giudice è chiamato «Figlio dell'uomo» e «re» e gli interlocutori lo riconoscono come «Signore». La presentazione è, dunque, solenne e gloriosa, ma a nessuno può sfuggire che questo re è Gesù di Nazareth, colui che fu perseguitato e crocifisso, rifiutato, e che nella sua vita condivise in tutto la debolezza della condizione umana: la fame, la nudità, la solitudine. Ed è un re che si identifica con i più umili, i più piccoli: anche nella sua funzione di giudice universale, Gesù rimane fedele a quella logica di solidarietà che lo guidò in tutta la sua esistenza terrena. Ed è un re che vive sotto spoglie sconosciute: sotto le spoglie dei suoi «piccoli fratelli». Gesù è un re «glorioso», ma la sua gloria è il trionfo dell'amore che si è manifestato sulla croce. A volte si pensa che Gesù si sia conquistato la regalità con la croce, ma una volta conquistata la sua regalità è come quella di tutti, fatta di gloria, potenza e dominio. Invece no: la croce ha manifestato la natura della regalità di Gesù, fatta di amore e dono di sé.

Nota di esegesi:
chi sono i destinatari di queste opere di misericordia?

(Mt 25,40-40)

La risposta non è affatto semplice perché il versetto è complesso e dà adito a differenti interpretazioni. Letteralmente il greco dice «uno di questi miei fratelli (i) più piccoli». La tendenza attuale è quella di vedere in essi tutti i bisognosi, a prescindere dalla loro origine e dal loro credo religioso. Secondo la nostra sensibilità moderna ci sentiremmo a disagio, quasi politicamente scorretti, se impedissimo a Gesù di identificarsi in ciascun povero. Ma il problema per noi è capire come sia stato inteso in origine questo testo e per raggiungere lo scopo dobbiamo aiutarci con il contesto costituito dal vangelo. In Matteo Gesù indica come fratelli i discepoli, ai quali dà appuntamento in Galilea per incontrarlo dopo la Risurrezione (cfr. Mt 28,10). Un esempio simile era già stato offerto in 12,49, dove Gesù indicava con la mano come vera madre e veri fratelli i suoi discepoli, ma al versetto successivo ampliava la prospettiva definendo suo fratello, sorella e madre chiunque fa la volontà del Padre. Dunque esiste un senso tecnico del termine fratello che Gesù riserva a coloro che fanno parte della sua cerchia. Questo è il motivo per cui nell’antichità era dato per scontato che a beneficiare di opere di misericordia che aprissero le porte del paradiso ai benefattori dovessero essere i battezzati, se non addirittura soltanto gli apostoli e i missionari. Gerolamo è un buon testimone di questo punto di vista quando dice riguardo a queste parole: «Non mi sembra siano rivolte genericamente a tutti i poveri, ma a coloro che sono poveri in spirito, a coloro ai quali, indicandoli con la mano, ha detto: Ecco mia madre e i miei fratelli» [IV,25,40]. E in effetti una presenza quasi sacramentale di Gesù nel povero parrebbe più plausibile se fosse una persona che crede nel suo nome. Ma se la premessa della parabola di un giudizio che concerne «tutti i popoli» (25,32) viene intesa nel senso più plausibile, cioè comprendendo anche i pagani, non c’è motivo di pensare che ogni nazione venga a contatto con dei missionari cristiani a cui fare del bene. Perciò non si dovrebbe escludere che ad essere oggetto di una misericordia ricompensata dal Figlio dell’uomo possa essere qualsiasi persona indigente, senza ulteriori specificazioni, e che a buon diritto i giusti possano meravigliarsi nel sentirsi dire di avere fatto del bene a Cristo senza (ri)conoscerlo.


SCUOLA DI CRISTIANESIMO
Domenica 26 novembre
Terzo appuntamento con la Scuola di Cristianesimo 2023-24 dal titolo:
"Entra nel tuo cuore! - Elia: fuoco e silenzio è l'amore".
Tutti possono partecipare.



RITIRO DI AVVENTO

Sabato 2 dicembre 2023, vigilia del tempo di Avvento, nel pomeriggio, la nostra comunità parrocchiale si ritroverà per vivere alcune ore di preghiera, riflessione, condivisione, aiutati da Mons. Ettore Malnati. 

ECCO IL PROGRAMMA

ore 15.00 Ritrovo in chiesa
ore 15.10 preghiera iniziale
ore 15.15 meditazione “Una comunità in attesa del Signore” di Mons. Ettore Malnati
ore 16.00 preghiera personale davanti al SS. mo sacramento
ore 16.30 condivisione e scambio tra i partecipanti ore 17.00 vespro e conclusione



Orari  SS. Messe

Feriali

7:00 - 8:30 - 18:00

Festivi

7:30 - 9:00 - 11:00 - 19:00

Preghiamo insieme

Vi invitiamo a fare click sull' immagine sottostante per pregare insieme a noi.



Grest

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Cenni storici
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Il domenicale di 

San Giusto:


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